
Ashburn
Scheda della costellazione Vergine (Virgo - Vir)
Informazioni Nome, visibilità e altro
Il nome, la storia, il mito

La costellazione della Vergine è una costellazione zodiacale e come tale, ospitando di volta in volta Luna, Sole e pianeti, è nota da tempi molto antichi.
La maggior parte delle fonti che descrivono la Vergine riporta alla cultura assiro-babilonese. Alla costellazione è stata sempre attribuita natura femminile e in special modo associato il rapporto conflittuale fra fertilità e purezza, secondo fili che s'intrecciano paradossalmente nel mito. I Babilonesi collegavano la Vergine alla dea Ishtar, anche conosciuta come Ashtoreth o Astarte; quest'ultima è l'antesignana di Eostre, dea sassone della fertilità e della primavera la cui festa è all'origine della nostra Pasqua, in un periodo dell'anno in cui la Vergine brilla alta nel cielo serale.
Un mito riguardante Ishtar racconta come la dea scendesse negli inferi per per ritrovare il suo defunto, il dio delle messi Tammuz, ma vi rimanesse improgionata; la sua assenza avrebbe reso sterile la terra, tanto da indurre gli dèi a liberarla. La storia richiama quella della bella Persefone (Proserpina per i Romani), rapita da Ade (Plutone) e portata nel mondo degli iinferi; In una versione del mito la madre Demetra (Cerere) per il dolore distrugge i raccolti, viene rappresentata con una spiga in mano, anche se le possibili interpretazioni mitologiche sono svariate.
Per gli Egizi la Vergine era la dea Iside, e Spica, la spiga di grano che la dea portava con sé, della quale perse i chicchi mentre fuggiva da un mostro, Tifone. I chicchi si dispersero e depositandosi in cielo, germogliarono nelle stelle che vediamo ogni notte.
Tornando ai miti Greci, con la Vergine dovrebbe identificarsi Erigone, la figlia di Re Icario, il quale ospitò Dioniso che insegnò lui a distillare il vino, per questo mito rimandiamo a quello associato alla costellazione del Bootes. Erigone scoprì che suo padre era stato assassinato, ne cercò il corpo, sepolto dagli assassini sotto un albero. La povera ragazza per il dispiacere si impiccò a questo. Gli dèi impietositi la posarono allora in cielo tra le stelle.
Osservazione

La costellazione inizia a vedersi nel mese di dicembre ma culmina al meridiano a mezzanotte nel mese di aprile, quando è in opposizione al Sole.
Per trovarla basta guardare tra Regolo nel Leone ed Antares nello Scorpione, anche se Spica è ben visibile già di per sé.
La costellazione copre 1294° quadrati, una estensione inferiore soltanto a quella dell'Idra Femmina, e racchiude 95 stelle di magnitudine superiore alla sesta.
La costellazione è attraversata dall'equatore celeste e le stelle zeta e gamma si trovano a meno di 2° da esso.
I corpi celesti

Contrariamente a quanto si pensi guardando l'estensione, la Vergine ha soltanto una stella di prima grandezza. La stella alpha è la brillante Spica, una doppia ad eclisse. Gamma (Porrima) è anch'essa una doppia le cui componenti orbitano in 170 anni circa.
La Vergine è molto interessante dal punto di vista non stellare, contenendo ben undici oggetti del catalogo di Messier. La parte delimitata dalle stelle epsilon (Vindemiatrix), delta (Auva), gamma (Porrima), eta e beta è nota come 'Coppa della Vergine' ed è caratterizzata da una zona di cielo ricchissima di galassie.
Molte galassie a dire il vero si presentano molto sfocate, mentre ce ne sono due di tutto rispetto. M87 è una galassia immensa che domina l'ammasso della Vergine, mentre M104 è la famosa galassia Sombrero.
Un oggetto particolare è 3C 273, il quasar più luminoso dell'universo conosciuto.
Il problema, in effetti, è da dove iniziare: limitandosi alla undicesima magnitudine, infatti, in 3 ore e mezza di Ascensione Retta sono presenti ben 35 galassie. Se teniamo in considerazione la dodicesima magnitudine, invece, il numero di galassie sale a 120. La Catena di Markarian comprende un paio di oggetti di Messier (M84 e M86), praticamente al centro dell'Ammasso della Vergine.