Il nome, la storia, il mito
Si tratta di una costellazione nota fin dai tempi antichi, essendo una costellazione dello zodiaco. Precisamente era la costellazione che, ai tempi dei Babilonesi, ospitava il solstizio di estate ed è per questo che ad Agosto si parla ancora di Solleone. Era quindi identificato col Sole anche nelle restanti civiltà mesopotamiche. Mentre in Egitto era ricollegato alla levata eliaca con Sirio e con la piena del fiume Nilo in estate. Il legame della costellazione col fiume Nilo spiega forse perché gli architetti greci e romani ponessero spesso una testa di leone alle fonti ed alle fontane; il motivo potrebbe esser stato ripreso proprio dagli Egiziani, che ornavano con protomi leonine le porte dei loro canali.
La costellazione del Leone deve il suo nome ad una delle fatiche di Ercole, e precisamente all'uccisione del tremendo Leone di Nemea che rappresenta la prima delle dodici fatiche.
Il leone viveva in Argolide, in una caverna con due aperture, ed usciva soltanto per uccidere la popolazione locale. La sua pelle era resistente a qualsiasi arma, il che rendeva il leone invulnerabile.
Ercole, durante un duello con la belva figlia di Tifone, di cui aveva seguito le tracce nei boschi, vede spezzarsi contro la pelle del leone tre frecce ed una spada, infatti il suo manto, come detto, era invulnerabile a pietre e metallo. Ercole combattè a mani nude, perse un dito e l'armatura, ma riuscì comunque ad afferrare il leone per la criniera, costringendolo ad accucciarsi e dichiararsi così sconfitto. Ercole portò sulle spalle il leone fino a Micene, ma Euristeo gli ordinò di riportarlo indietro. In un'altra versione strozza la belva ed usa i suoi stessi artigli per toglierle la pelle e, vestitosi della spoglia, diviene invulnerabile a sua volta. Spesso nelle raffigurazione riportate nelle mappe stellari, Ercole viene raffigurato con la pelle del leone di Nemea, la sua testa come copricapo ed il resto della pelle lungo la schiena, oppure mentre regge il trofeo in mano. Quando morì, il leone fu messo in cielo da Zeus.
Sebbene Ercole riuscì a battere il leone, in cielo la costellazione dedicata al felino è molto più brillante di quella dedicata ad Ercole, ed infatti il Leone è tra le costellazioni più luminose di tutto il cielo.
La costellazione è anche detta rappresentare il leone della tragica storia di Piramo e Tisbe.
Nelle Metamorfosi di Ovidio (43 a.C.- 17 d.C.) si racconta di come i genitori avversassero la loro unione. I due amanti conversavano segretamente attraverso una fessura nel muro che separava le loro case. Idearono un giorno un piano per incontrarsi fuori città, presso un albero di gelso dalle more bianche. Tisbe arrivò per prima all'appuntamento, ma mentre aspettava Piramo fu minacciata da un leone grondante del sangue di una recente vittima. Nel fuggire il suo velo scivolò ed il leone lo ghermì e lo strappò prima di allontanarsi.
Giunto Piramo nel luogo dell'appuntamento, trafelato, vide a terra il velo di Tisbe, lacerato ed insanguinato, e credette fosse stata divorata dalla belva che sapeva essere stata avvistata nei dintorni. Incapace di avvisare l'amata, disperato per l'accaduto, per non averla protetta, sguainò la sua spada e si trafisse a morte. Accorsa sui suoi passi, Tisbe vide Piramo giacere a terra morente, si gettò subito sul suo corpo in lacrime e quando egli spirò, disperata, estrasse la spada e si trafisse con la stessa. Il sangue dei due innamorati colorò le more del gelso che da bianche divennero rosse, del colore che hanno ancora oggi.
Il malcapitato leone, catturato venne sacrificato al padre degli dèi e posto da questi in cielo a ricordare a tutti i genitori di non ostacolare l'amore dei giovani.
Osservazione
Il Leone è una costellazione dell'emisfero settentrionale appartenente alla fascia zodiacale, visto che si trova lungo la linea dell'eclittica che traccia il percorso apparente del Sole nel cielo. La sua locazione è compresa tra la debole costellazione del Cancro e la vastissima ma alquanto spenta, relativamente alla dimensione, costellazione della Vergine.
Si tratta di una grande costellazione individuabile con facilità tra dicembre e giugno, con tramonto eliaco a fine luglio.
Nell'emisfero settentrionale, la sua presenza sull'orizzonte est indica l'arrivo della primavera mentre nell'emisfero meridionale si tratta di una tipica costellazione autunnale.
Un tempo era una costellazione più estesa, abbracciando la parte settentrionale di Cancro e Lince verso la testa e la chioma di stelle, ora della Chiome di Berenice, verso la coda.
Il passaggio in meridiano a mezzanotte avviene nella seconda metà di aprile. Gli oggetti del , quindi, saranno in opposizione eliaca intorno alla metà ed alla fine di aprile.
Il Leone copre un'area di 947 gradi quadrati e conta 70 stelle di magnitudine superiore alla sesta.
Per trovare la 'figura' del Leone, basta partire da Regolo, la stella più brillante, sapendo che rappresenta il petto della belva. Il leone è raffigurato esattamente nella posizione di una sfinge, quindi dal petto, salendo, si vede la testa e andando verso Est si vede il corpo.
La testa è rappresentata da un asterismo noto come la Falce, formata da Algieba, Aldhafera, Ras Elased Borealis e Ras Elased Australis. Algieba in arabo vuol dire 'la fronte' e questo può trarre in inganno, dal momento che invece la stella indica il collo del felino.
Trovare il Leone in cielo è ancora più facile per l'emisfero settentrionale, dal momento che basta prolungare i puntatori dell'Orsa Maggiore dalla parte opposta rispetto alla Polare. Il compito è reso anche più facile dal fatto che intorno non ci sono stelle molto luminose, se si eccettua la solitaria Alphard.
I corpi celesti
La stella alpha del Leone è Regolo, il petto del felino, una stella doppia. Nota fin dai tempi antichi, rappresentava una delle quattro stelle regali insieme a Aldebaran, Antares e Fomalhaut. Si trova a soli 0,5° dall'eclittica, quindi non è raro vederla accoppiata a qualche pianeta o alla Luna.
Anche la stella beta, Denebola, è molto luminosa e rappresenta proprio la coda dell'animale (il suo nome indica proprio questa parte del corpo del felino).
Altre perle sono rappresentate dalla stella gamma, Algieba, una bellissima doppia molto stretta, e dalla R Leo, una variabile pulsante che cambia magnitudine in maniera drastica in un periodo annuale.
Tra i corpi non stellari, invece, si annoverano tantissime galassie, dove le più importanti sono quattro e sono disposte a coppie. Da un lato, c'è la coppia formata da M65 ed M66, verso la coda del Leone, in basso. Dall'altro lato ci sono M95 ed M96, un po' più spostate verso Regolo.
L'Anello del Leone
Discorso a parte merita l'Anello del Leone, a lungo ritenuto un chiaro esempio di nube composta esclusivamente da materiale primordiale e nella quale invece, di recente, sono stati trovati segni di formazione stellare, ad indicare quindi un anello che dovrebbe derivare da una collisione galattica.
Gli sciami meteorici
Due gradi a nord di Algieba si irradia lo sciame delle Leonidi, tra i più spettacolari dell'anno. La massima intensità si ha la notte del 17 novembre quando la Terra attraversa i detriti della cometa Tempel-Tuttle, il cui periodo orbitale era di 33,2 anni.
Ad intervalli di 33 anni, quindi, questi detriti venivano arricchiti da un nuovo passaggio, tanto che i massimi del 1833, del 1866 e del 1966 contarono addirittura duemila meteore al minuto!
Negli ultimi anni il flusso meteorico è diminuito, ed il nuovo massimo si avrà nel 2032.