Il nome, la storia , il mito
In India le sue stelle, propizie, erano associate alla focena; gli Arabi, in antico, le chiamavano "pietre preziose". Il quadrilatero delle stelle principali è detto in inglese "la bara di Giobbe". Per i Greci era il "pesce sacro". Secondo Eratostene, Poseidone, dio del mare, era stanco della sua condizione di vita solitaria e pensò di cercare moglie.
Rimase incantato dalla bellissima Anfitrite, ninfa marina, una delle Nereidi, la quale tuttavia non sembrava affatto interessata al corteggiamento. Fu così che Nettuno chiese aiuto ad un delfino, che riuscì nell'intento di convincere la ninfa. Per riconoscenza, Nettuno pose in cielo il delfino sottoforma di costellazione.
Non è l'unica leggenda però. Un'altra - cantata da Igino e da Ovidio, vede il delfino come l'animale che salvò il musico di Lesbo Arione (personaggio storico vissuto a cavallo dei secoli VII- VI a.C.) dalle acque dell'oceano nel quale era stato gettato dal suo equipaggio. In pratica, Arione aveva appena vinto una gara musicale ricca di premi e stava tornando a casa quando l'equipaggio, per impadronirsi dei premi, scaraventò il cantante in mare. Alla morte del delfino salvatore, l'animale fu riportato in vita e posto in cielo per merito. Apollo, che spedì il delfino in cielo, volle salvare anche lo strumento musicale, la Lira.
Osservazione
Costellazione equatoriale, è visibile nella fase estiva quando è in opposizione (luglio) e rintracciabile verso Sud.
Posto ad occidente rispetto a Pegaso, è rintracciabile prolungando di una trentina di gradi il lato meridionale del quadrato rappresentante il cavallo alato. Inoltre, il Delfino è posto una decina di gradi a Nord-Ovest rispetto ad Altair nell'Aquila, proprio al confine della brillante Via Lattea estiva.
La sua forma ricorda un aquilone, filo compreso. L'asterismo è molto piccolo in cielo, tanto da sembrare un piccolo ammasso stellare.
Le stelle alpha, beta, gamma e delta formano un asterismo noto come Job's Coffin.
I corpi celesti
Il Delfino non è famoso per particolarità celesti, presentando soltanto le due stelle principali ad una certa magnitudine (3,6 e 3,8), una variabile del tipo Mira Ceti (stella R) ed un ammasso globulare molto distante (180.000 anni luce) chiamato NGC 7006.
Curioso, invece, è il nome delle due stelle Alpha e Beta, assegnato da Padre Piazzi. Scoperte queste due stelle, il frate volle ricordare un suo amico, l'assistente dell'osservatorio di Palermo in quell'epoca, Niccolò Cacciatore, che in latino diventa Nicolaus Venator. Scrivendo il nome latino al contrario si ottiene il nome delle due stelle: Sualocin è la stella alpha, Rotanev è la stella beta.
A parte questa nota di colore, sebbene manchino gli oggetti eclatanti la costellazione del Delfino è bellissima da osservare al binocolo.
Nel 1967 la costellazione ha ospitato una nova interessante, denominata HR Delphini e scoperta da G.E.D. Alcock. La magnitudine massima fu di 3,3 e la nova rimase visibile ad occhio nudo per vari mesi con un declino lento e irregolare. Si trattava di una stella che, prima dell'esplosione, brillava a magnitudine 11,9 e che oggi presenta soltanto piccole fluttuazioni di luce.
La costellazione ospita il radiante di due sciami meteorici: le Draconidi compaiono dal 27 al 30 Giugno mentre le Quadrantidi vanno dal 28 Dicembre al 4 gennaio.