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Simboli
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Sole
Mercurio
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Marte
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Saturno
Urano
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Scheda della stella HR 4210 - DM CP-59 2620 - HD 93308 - SAO 238429
Nomi e posizione
- Denominazioni:
- HR 4210
- Durchmusterung Id (DM) CP-59 2620
- HD 93308
- SAO 238429
- Posizione
Caratteristiche Fisiche
- Magnitudine vis.: 6,21 (UBV Johnson System)
- Magnitudine BV: 0,61
- Colori: Infrared color excess. km/s
- Sorgente Infrarossa
- Sistema (Worley 1978, aggiornamento di IDS)
- Numero di componenti del sistema multiplo: 15
- Componenti: AP
- Differenza di magnitudini nel sistema: 0,1
- Separazione tra le componenti (arcsec): 0,2
- Tipo di variabile: Eta Car
- Variabilità: dust shell; soft X-ray source.
Caratteristiche Chimiche
- Classe Spettrale: pec

La stella Eta Carinae dista dalla Terra circa 7.000 anni luce contro la media di circa 1.000 anni luce delle altre stelle visibili a occhio nudo nel cielo notturno, e la sua estrema luminosità è ricondotta al fatto di esere cinque milioni di volte più luminosa del Sole forse grazie a una massa di circa 200 masse solari.
Si trova all'interno della Carina nebula ed è circondata da una struttura bilobare di gas e polvere che, probabilmente, è il risultato di una spettacolare espulsione di massa e di venti stellari intermittenti provenienti dalla stella stessa o da altre stelle nelle vicinanze. Si tratta di una stella altamente variabile e il primo a porre attenzione all'astro fu John Herschel, durante un flare del 1837 passato alla storia come "La Grande Eruzione". A lungo è stato dibattuto circa la causa del burst improvviso, teorizzando una supernova oppure la fusione di una coppia di stelle, cercando confronti con eventi di altre galassie.
Quando la radiazione e gli shock alimentati dai flare si propagano nel mezzo interstellare incontrano piccoli addensamenti di materiale in grado di illuminarsi, una sorta di eco del flare. Lo studio di queste eco di luce risale a più di 15 anni fa ma non si arresta di certo, anzi, trova il supporto del confronto tra immagini ottenute in diverse epoche osservative. L'ultima eco, narrata in un articolo del 2018, appare più brillante di altre e si distingue per una diminuzione molto più lenta, con caratteristiche spettrali diverse.
Le osservazioni portate avanti tramite CTIO Blanco e Magellan Baade and Clay telescope, oltre che con la camera IRAC a bordo di Spitzer, mostrano per la prima volta una velocità di espansione molto alta, fino a 50 milioni di miglia orarie, evidenziando anche una eruzione in due fasi che consente un tracciamento all'indietro verso la Grande Eruzione. I risultati sono stati interpretati come una interazione a tre stelle in grado di espellere la stella primaria. Questo consentirebbe di spiegare una serie di osservazioni a oggi misteriose (Light echoes from the plateau in Eta Carinae's Great Eruption reveal a two-stage shock-powered event Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, Volume 480, Issue 2, 21 October 2018, Pages 1466–1498).
Nel 1837, come accennato, Eta Carinae ha gettato la maschera sulla sua reale natura dando vita a una eruzione gigante, tale da espellere quel che oggi chiamiamo "Nebulosa Omuncolo". A quel tempo Eta Carinae figurava seconda per magnitudine dopo Sirio rimanendo facilmente distinguibile da tutte le altre Luminous Blue Variables (LBV), la cui nebulosità non appare mai chiaramente osservabile.
Le cose stanno però per cambiare: l'aumento di luminosità della stella registrato negli ultimi anni non deriva, secondo uno studio del 2019, da un fattore intrinseco della stella ma dalla dissipazione della nebulose e con l'aumentare del bagliore stellare anche Eta Carinae diverrà come tutte le altre LBV conosciute, priva o quasi di nebulosità apparente. Nel 2036 la stella dovrebbe apparire dieci volte più brillante della propria nebulosa e già nel 2032, con errore di più o meno quattro anni, questo gas espulso sparirà dai nostri occhi.

Sarà anche l'occasione ideale per capire, finalmente, se Eta Carinae è una stella singola o - come sempre più spesso si sostiene - un sistema binario stretto composto da stelle molto massive (A. Damineli et al. - Monthly Notices of the Royal Astronomical Society - "Distinguishing Circumstellar from Stellar Photometric Variability in Eta Carinae").





I riquadri in alto
I riquadri in alto fanno riferimento alla giornata di oggi e indicano quando la stella sorge, culmina e tramonta dietro l'orizzonte.
Il grafico a radar
Il radar indica in quale momento della giornata, oggi, la stella può essere osservata al meglio.
- CAM: Crepuscolo Astronomico Mattutino
- CNM: Crepuscolo Nautico Mattutino
- CCM: Crepuscolo Civile Mattutino
- A: Alba
- T: Tramonto
- CCS: Crepuscolo Civile Serale
- CNS: Crepuscolo Nautico Serale
- CAM: Crepuscolo Astronomico Serale
L'ottagono azzurro indica l'orizzonte ed è posizionato ad altezza 0 (si legge sull'asse verticale). Il giro completo va dal crepuscolo astronomico mattutino a quello serale, ripercorrendo l'intero arco delle 24 ore. L'altezza della stella è mostrata dall'area gialla. Se il giallo si trova all'interno dell'area dell'orizzonte, la stella non è ancora sorta. Il momento di migliore visibilità si verifica nel momento in cui il colore giallo esterno all'orizzonte è più ampio.
Ad esempio, le stelle la cui declinazione è troppo bassa rispetto al luogo di osservazione non vedranno mai l'area gialla oltrepassare l'orizzonte mentre le stelle circumpolari avranno un'area gialla estesa oltre l'orizzonte per tutto l'arco della giornata.
Più la stella sale sull'orizzonte e più l'area dell'orizzonte sarà ristretta visto che la scala graduata dovrà arrivare ad altezze sempre maggiori.
Il grafico a linee
Il grafico a linee indica le altezze della stella nei vari mesi dell'anno, calcolati in base al crepuscolo civile mattutino, a quello serale e a un orario notturno intermedio.
- CCM: Crepuscolo Civile Mattutino
- CCS: Crepuscolo Civile Serale
- NOT: Notte
Cliccando sulla didascalia di una serie di dati è possibile eliminarla o ripristinarla per avere la situazione più chiara. La linea verde esprime quindi l'altezza della stella in piena notte nei vari mesi dell'anno, con la coseguenza che l'oggetto sarà visibile al meglio laddove la curva raggiunge punti più alti.
Attenzione ai gradi espressi sull'asse verticale: la stella potrebbe anche non sorgere pur presentando un punto più alto visto che la scala potrebbe presentare tutti valori negativi per le stelle che non sorgono alla nostra latitudine. Quindi occhio allo 0!
Parametri della stella
Denominazioni e posizione
- Denominazioni:
- HR 4210
- Durchmusterung Id (DM) CP-59 2620
- HD 93308
- SAO 238429
- Posizione
Descrizione
- Magnitudine vis.: 6,21 (UBV Johnson System)
- Magnitudine BV: 0,61
- Colori: Infrared color excess. km/s
- Sorgente Infrarossa
- Sistema (Worley 1978, aggiornamento di IDS)
- Numero di componenti del sistema multiplo: 15
- Componenti: AP
- Differenza di magnitudini nel sistema: 0,1
- Separazione tra le componenti (arcsec): 0,2
- Tipo di variabile: Eta Car
- Variabilità: dust shell; soft X-ray source.
- Classe Spettrale: pec
Scheda informativa

La stella Eta Carinae dista dalla Terra circa 7.000 anni luce contro la media di circa 1.000 anni luce delle altre stelle visibili a occhio nudo nel cielo notturno, e la sua estrema luminosità è ricondotta al fatto di esere cinque milioni di volte più luminosa del Sole forse grazie a una massa di circa 200 masse solari.
Si trova all'interno della Carina nebula ed è circondata da una struttura bilobare di gas e polvere che, probabilmente, è il risultato di una spettacolare espulsione di massa e di venti stellari intermittenti provenienti dalla stella stessa o da altre stelle nelle vicinanze. Si tratta di una stella altamente variabile e il primo a porre attenzione all'astro fu John Herschel, durante un flare del 1837 passato alla storia come "La Grande Eruzione". A lungo è stato dibattuto circa la causa del burst improvviso, teorizzando una supernova oppure la fusione di una coppia di stelle, cercando confronti con eventi di altre galassie.
Quando la radiazione e gli shock alimentati dai flare si propagano nel mezzo interstellare incontrano piccoli addensamenti di materiale in grado di illuminarsi, una sorta di eco del flare. Lo studio di queste eco di luce risale a più di 15 anni fa ma non si arresta di certo, anzi, trova il supporto del confronto tra immagini ottenute in diverse epoche osservative. L'ultima eco, narrata in un articolo del 2018, appare più brillante di altre e si distingue per una diminuzione molto più lenta, con caratteristiche spettrali diverse.
Le osservazioni portate avanti tramite CTIO Blanco e Magellan Baade and Clay telescope, oltre che con la camera IRAC a bordo di Spitzer, mostrano per la prima volta una velocità di espansione molto alta, fino a 50 milioni di miglia orarie, evidenziando anche una eruzione in due fasi che consente un tracciamento all'indietro verso la Grande Eruzione. I risultati sono stati interpretati come una interazione a tre stelle in grado di espellere la stella primaria. Questo consentirebbe di spiegare una serie di osservazioni a oggi misteriose (Light echoes from the plateau in Eta Carinae's Great Eruption reveal a two-stage shock-powered event Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, Volume 480, Issue 2, 21 October 2018, Pages 1466–1498).
Nel 1837, come accennato, Eta Carinae ha gettato la maschera sulla sua reale natura dando vita a una eruzione gigante, tale da espellere quel che oggi chiamiamo "Nebulosa Omuncolo". A quel tempo Eta Carinae figurava seconda per magnitudine dopo Sirio rimanendo facilmente distinguibile da tutte le altre Luminous Blue Variables (LBV), la cui nebulosità non appare mai chiaramente osservabile.
Le cose stanno però per cambiare: l'aumento di luminosità della stella registrato negli ultimi anni non deriva, secondo uno studio del 2019, da un fattore intrinseco della stella ma dalla dissipazione della nebulose e con l'aumentare del bagliore stellare anche Eta Carinae diverrà come tutte le altre LBV conosciute, priva o quasi di nebulosità apparente. Nel 2036 la stella dovrebbe apparire dieci volte più brillante della propria nebulosa e già nel 2032, con errore di più o meno quattro anni, questo gas espulso sparirà dai nostri occhi.

Sarà anche l'occasione ideale per capire, finalmente, se Eta Carinae è una stella singola o - come sempre più spesso si sostiene - un sistema binario stretto composto da stelle molto massive (A. Damineli et al. - Monthly Notices of the Royal Astronomical Society - "Distinguishing Circumstellar from Stellar Photometric Variability in Eta Carinae").
Visibilità





I riquadri in alto
I riquadri in alto fanno riferimento alla giornata di oggi e indicano quando la stella sorge, culmina e tramonta dietro l'orizzonte.
Il grafico a radar
Il radar indica in quale momento della giornata, oggi, la stella può essere osservato al meglio.
- CAM: Crepuscolo Astronomico Mattutino
- CNM: Crepuscolo Nautico Mattutino
- CCM: Crepuscolo Civile Mattutino
- A: Alba
- T: Tramonto
- CCS: Crepuscolo Civile Serale
- CNS: Crepuscolo Nautico Serale
- CAM: Crepuscolo Astronomico Serale
L'ottagono azzurro indica l'orizzonte ed è posizionato ad altezza 0 (si legge sull'asse verticale). Il giro completo va dal crepuscolo astronomico mattutino a quello serale, ripercorrendo l'intero arco delle 24 ore. L'altezza della stella è mostrata dall'area gialla. Se il giallo si trova all'interno dell'area dell'orizzonte, la stella non è ancora sorto. Il momento di migliore visibilità si verifica nel momento in cui il colore giallo esterno all'orizzonte è più ampio.
Ad esempio, le stelle la cui declinazione è troppo bassa rispetto al luogo di osservazione non vedranno mai l'area gialla oltrepassare l'orizzonte mentre oggetti circumpolari avranno un'area gialla estesa oltre l'orizzonte per tutto l'arco della giornata.
Più la stella sale sull'orizzonte e più l'area dell'orizzonte sarà ristretta visto che la scala graduata dovrà arrivare ad altezze sempre maggiori.
Il grafico a linee
Il grafico a linee indica le altezze della stella nei vari mesi dell'anno, calcolati in base al crepuscolo civile mattutino, a quello serale e a un orario notturno intermedio.
- CCM: Crepuscolo Civile Mattutino
- CCS: Crepuscolo Civile Serale
- NOT: Notte
Cliccando sulla didascalia di una serie di dati è possibile eliminarla o ripristinarla per avere la situazione più chiara. La linea verde esprime quindi l'altezza della stella in piena notte nei vari mesi dell'anno, con la coseguenza che l'oggetto sarà visibile al meglio laddove la curva raggiunge punti più alti.
Attenzione ai gradi espressi sull'asse verticale: la stella potrebbe anche non sorgere pur presentando un punto più alto visto che la scala potrebbe presentare tutti valori negativi per le stelle che non sorgono alla nostra latitudine. Quindi occhio allo 0!