Beta Pictoris è una stella posta vicino alla brillante Canopo, nella costellazione del Pittore e quindi nell'estremo Sud, invisibile ai nostri cieli.
Stella di tipo A che nel 1983 è stata studiata dalla sonda IRAS, che vi ha ritrovato un intenso eccesso di radiazione infrarossa che già allora faceva pensare, come per Vega, che questa stella potesse trovarsi al centro di un sistema planetario.
Il moto di beta Pictoris b nel disco della stella madre. Crediti ESO/VLT
Da allora la stella è stata studiata a lungo e a fondo scovando un sistema di comete nonché due pianeti. Il primo dei pianeti, ripreso direttamente nel 2009, è un gigante gassoso distante 3.3 UA dalla stella mentre il secondo, il pianeta "c", è stato scoperto solo nel 2019 (Nature Astronomy - “Evidence for an additional planet in the Beta Pictoris system” - Anne-Marie Lagrange et al.) tramite analisi di dieci anni di osservazione di dettaglio tramite lo strumento Harps a La Silla, in Cile. Anche questo è un gigante gassoso con massa pari a nove masse gioviane e con una orbita di 1200 giorni, con una distanza dalla stella centrale intorno alle 2.8 UA.
Il corpo "b" è uno dei pochi pianeti direttamente immortalati e disponibile per la spettroscopia, il che consente agli scienziati di provare le caratteristiche fisiche di questo particolare mondo alieno. Il team, guidato da K. Allers della Bucknell University (US), ha utilizzato il Gemini Near-Infrared Spectrograph sul Gemini North per ottenere lo spettro dell'oggetto e determinarne velocità radiale e rotazionale. I dati mostrano le chiavi per confermare che PSO J318.5-22è membro del gruppo di Beta Pictoris al 99.7%. Le stime di massa sono molto importanti per l'età, così la conferma dell'appartenenza al gruppo consente di definire una massa pari a 8.3 masse gioviane, con errore di più o meno 0.5. La temperatura è di 1130 K. Lo spettro ha rivelato che il corpo ruota in un tempo compreso tra 5 e 10.2 ore e la velocità radiale (-6.4 km/s con errore di 1.7) si trova all'interno di quanto atteso per un membro del gruppo.
Il disco di polvere della stella beta Pictoris con posizione dei due pianeti scoperti. Crediti Lagrange et al.
Nel 2020 giunge anche l'immagine diretta del secondo pianeta a opera del Max Planck Institutes for Astronomy and Extraterrestrial Physics tramite lo strumento Gravity sul VLT di ESO. E' stato possibile riprendere il debole bagliore del pianeta confuso nei raggi accecanti della stella madre combinando la luce dei quattro telescopi VLT, confermando così la scoperta avvenuta tramite velocità radiale e rendendo Beta Pictoris c il primo pianeta rilevato e confermato con entrambi i metodi. Da qui sarà possibile procedere con massa e luminosità del pianeta: la luce del pianeta c è sei volte minore di quella del pianeta b e ha otto volte la massa di Giove. L'orbita si chiude in 28 anni terrestri (M. Nowak et al. Direct confirmation of the radial-velocity planet β Pictoris c, Astronomy & Astrophysics - 2020)
Crediti Axel Quetz / MPIA Graphics Department
L'immagine in alto mostra la geometria del sistema di beta Pictoris: a sinistra sono presenti stella e due pianeti nel disco di polvere inclinato come visto dal Sistema Solare (immagine ricostruita). Al centro una rappresentazione artistica del disco. A destra le dimensioni del sistema visto dall'alto. Credit: Axel Quetz / MPIA Graphics Department