Mirfak, anche detta Algenib, è la stella alpha della costellazione del Perseo.
Il nome originario sarebbe Algenib, ma dal momento che anche in Pegaso esiste una stella con questo nome (la gamma ) ci si rivolge ad alpha Persei con il nome di Mirfak. Mirphak vuol dire "gomito" mentre Algenib vuol dire "fianco", riferite entrambe alla figura mitologica di Perseo.
Gigante gialla di spettro F5 Ib, molto distante, occupa la parte centrale della costellazione, proprio prima della 'biforcazione' rappresentante le gambe di Perseo, sebbene come detto il suo nome significhi 'gomito'.
Dovrebbe trattarsi di una doppia spettroscopica con un periodo di 4 giorni, ma si può anche supporre che la fotosfera sia sottoposta a piccole pulsazioni. C'è chi la inserisce nella classe delle Cefeidi.
Appartiene ad un gruppo di un centinaio di stelle tra magnitudine 5 e magnitudine 11, in moto nella stessa direzione, verso Beta Tauri , alla velocità di 16 chilometri al secondo. La velocità corrisponde ad un grado di cielo in 90 mila anni.
La stella fa parte dell'associazione stellare nota come Melotte 20 oppure CR39, anche noto come Ammasso di Alpha Persei.
Mirfak. Credits Wikipedia.it
L'Ammasso di Alfa Persei (noto anche con le sigle Mel 20 e Perseus OB3) è un grande ammasso aperto visibile nella costellazione di Perseo.
Ammasso di Alfa Persei - Credit SkyMap.org
Nonostante la sua grande luminosità, non veniva considerato un "oggetto celeste" a causa della sua grande estensione, ma piuttosto un asterismo; oggi è noto che si tratta di un gruppo di stelle bianco-azzurre facente parte della Cintura di Gould, le cui componenti hanno un'origine comune e si muovono insieme nello spazio.
La distanza dell'ammasso è stimata attorno ai 190 parsec (620 anni luce) e la sua età è di circa 50 milioni di anni; esso farebbe parte di una generazione di stelle massicce che hanno interagito pesantemente col mezzo interstellare circostante, contribuendo a determinare la genesi delle strutture principali della nostra regione galattica.
L'ammasso di Alfa Persei è un oggetto di notevole splendore, nonché uno degli ammassi aperti più vicini al sistema solare; si trova nella parte settentrionale della costellazione di Perseo e appare dominato dalla stella Mirphak, α Persei, una gigante bianco-gialla di magnitudine 1,79, che dà pure il nome all'intero oggetto. Le sue componenti principali sono ben distinguibili anche a occhio nudo, essendo di quarta e quinta magnitudine, e formano un ricco addensamento stellare attorno a Mirfak. Anche un piccolo binocolo come un 7x30 è sufficiente per risolverlo in decine di stelle sino alla magnitudine 8, mentre con un 10x50 le stelle osservabili diventano oltre un centinaio; l'ammasso si presenta di forma allungata in senso nordovest-sudest ed è delimitato dalle stelle δ Persei e ε Persei. Ingrandimenti maggiori sono sconsigliati in quanto si perde la visione d'insieme, a causa della sua notevole estensione; lo strumento ideale per la sua osservazione è pertanto il binocolo, o al più un piccolo telescopio.
Grazie alla sua grande luminosità, l'ammasso di Alfa Persei deve essere stato probabilmente osservato anche nelle epoche più antiche. Tuttavia, la prima descrizione scientifica dell'oggetto risale alla metà del Seicento, quando fu catalogato da Giovanni Battista Hodierna; egli lo descrive come un oggetto di natura nebulosa attorno alla stessa Alfa Persei.
Dall'analisi dei dati raccolti col satellite Hipparcos emerge che l'Ammasso di Alfa Persei è composto da almeno 30 stelle di classe spettrale B, 33 di classe A, 12 di classe F, 2 di classe G e due di classe K; data la relativa giovane età delle sue componenti e l'abbondanza di stelle delle prime classi spettrali, l'ammasso viene considerato un'associazione OB a tutti gli effetti ed è noto anche con la sigla Perseus OB3.
Fra queste, una trentina risultarono essere doppie fin dalle analisi approfondite condotte nel 1992;[8] a queste si sono aggiunte altre cinque binarie individuate tramite misurazioni astrometriche. In totale ne consegue che solo il 20% circa delle sue componenti sono stelle doppie, una percentuale modesta se comparata a quella delle stelle di classe spettrale G presenti nei dintorni e decisamente bassa se paragonata a quella degli ammassi aperti più vicini, le Iadi e le Pleiadi. Lo stesso discorso è valido anche per le stelle doppie visuali con ampia separazione.
Dato che tutti gli ammassi aperti tendono col tempo a disgregarsi a causa dell'interazione col mezzo interstellare circostante e delle forze di marea presenti nel disco galattico, entro pochi milioni di anni dalla loro formazione alcune stelle vengono gradualmente espulse, confondendosi coi campi stellari circostanti o diventando stelle fuggitive a seguito di particolari eventi. La ricerca di queste stelle espulse riveste particolare importanza in quanto possono essere datate con estrema facilità e accuratezza. Tuttavia, su 9300 stelle analizzate è stato scoperto soltanto un singolo evento di espulsione; si tratta della nana rossa GJ 82, probabilmente espulsa dall'ammasso circa 47 milioni di anni fa. Si tratta di una stella che presenta forti emissioni nella banda dell'Hα, dovute probabilmente alla sua giovane età e alla sua elevata velocità di rotazione.
Basandosi sulla tecnica della datazione tramite l'abbondanza del litio è stata derivata per le stelle dell'ammasso un'età minima di circa 60-65 milioni di anni e plausibilmente attorno ai 75 milioni di anni o più, se si considera l'età di alcune stelle di piccola massa di cui però la reale appartenenza non è confermata. Misure ottenute tramite la fotometria hanno fornito un valore di circa 50 milioni di anni questa stima sembra essere accettata anche da altri studi.
La storia dell'Ammasso di Alfa Persei riveste una certa importanza nell'evoluzione della nostra regione galattica degli ultimi 50 milioni di anni. Secondo dei modelli cinematici elaborati all'inizio degli anni duemila, circa 50 milioni di anni fa a seguito di un esteso episodio di formazione stellare si generarono alcune grandi associazioni OB, fra le quali spicca l'estesa Associazione Cassiopeia-Taurus, ormai completamente dissolta; fra queste associazioni erano compresi lo stesso Ammasso di Alfa Persei e l'associazione Cepheus OB6. L'azione combinata del vento stellare delle stelle più massicce di queste associazioni e della successiva loro esplosione come supernovae generò una potente onda d'urto che avrebbe spazzato via ogni residuo gassoso appartenente all'antica nube molecolare gigante in cui queste stelle si erano originate, accumulandone i resti sul bordo di una gigantesca struttura a superbolla con un raggio compreso fra 200 e 500 parsec e formando così un grande anello di gas, chiamato Anello Lindblad.
Fonte Wikipedia