- Periodo: Dal 6/10 al 10/10
- Picco: 6/10
- ZHR: 15
- Costellazione: Dra
Uno degli sciami meteorici più affascinanti e misteriosi dell'anno è senza dubbio quello delle Draconidi, anche note come Giacobinidi dal nome della cometa che le origina.

Una delle sue caratteristiche principali non è osservativa ma storica: si tratta infatti dell'unico sciame tra quelli principali che anziché essere osservato per la prima volta fu predetto. La predizione fu opera di Martin Davidson che nel 1915, studiando svariate orbite cometarie, si rese conto che la cometa scoperta da Giacobini nel 1900 e ritrovata da Zinner nel 1913, e per questo nota come Giacobini-Zinner (con periodo di 6,52 ani), passava talmente vicina alla Terra (circa 3 milioni di chilometri) tanto da "costringere" il nostro pianeta ad immergersi nella sua scia di polvere intorno al 10 ottobre di ogni anno.
La cometa Giacobini-Zinner è una cometa periodica della famiglia di Giove, scoperta dal Michel Giacobini nel 1900 dall'Osservatorio di Nizza e poi riscoperta da Ernst Zinner nel 1913. Può raggiungere la magnitudine ottava, ma nel 1946 registrò un outburst che la portò a magnitudine cinque.
Il periodo è di 6,621 anni, con inclinazione di 31.8° ed eccentricità di 0.7056. Si muove ad una distanza dal Sole che va da 3.5 UA in afelio a 1.04 al perielio.
Sia nel 1915, sia nel 1922 e sia nel 1933, in effetti, ci sono relazioni di osservazioni di sciami meteorici proprio in quelle date, operate da William Denning per i primi due anni e da John P.M. Prentice per l'ultimo anno.
Da sciame a tempesta
Nulla lasciava presagire ciò che sarebbe accaduto nel 1933, dalle ore 19:30 alle ore 22:30. Era una sera di Luna in fase avanzata (proprio come nel 2014), che sorgeva intorno alle 21.45 nella costellazione del Toro, ma nonostante il bagliore del nostro satellite durante la seconda fase di questo sciame si riuscirono a contare ben 900 meteore al minuto.
Passarono tredici anni, e una Luna piena nei Pesci, sorta alle 18:53, non impedì di contare 100 meteore al minuto mentre i radar, che non vengono compromessi dalla luce del nostro satellite, giunsero a contarne 170.
I ritorni al perielio della Giacobini-Zinner coincisero sempre con aumenti dell'attività: così nel 1952 ci fu uno ZHR di 200, nel 1985 fu pari a 730 con radar che captarono ben 1000 meteore ogni ora, e nel 1998 fu di 720.
Lo ZHR indica lo Zenital Hour Rate, cioè il numero di meteore teoricamente visibili ogni ora in condizioni ideali, allo zenit
Tutto lascia quindi pensare che il banco di polveri lasciato dalla cometa Giacobini-Zinner sia molto denso e concentrato. Gli studi sulla cometa hanno dimostrato che i meteoroidi che lascia sono poco densi e che la cometa stessa perde il 5% della propria massa ad ogni perielio, il che porta all'idea di una cometa giovane, con età non superiore ai 700 anni o forse meno, e che anche il relativo sciame sia quindi molto recente, con meno di un secolo di vita.
Altra chiave di lettura, invece, può portare a pensare che l'attività "normale" degli anni che non corrispondono al perielio sia da attribuire ad una distribuzione molto ampia del materiale della cometa.

Il perielio ed il nodo discendente (il punto in cui l'orbita della cometa interseca, in fase di discesa, il piano dell'eclittica) dell'orbita della cometa Giacobini-Zinner rimangono vicini all'orbita del nostro pianeta e la conseguenza è che la Terra incontra ogni anno una parte delle polveri lasciate cometa in prossimità del suo perielio.
La densità meteorica maggiore dovrebbe trovarsi in corrispondenza del nodo, dove le orbite si intersecano.Storicamente infatti le densità meteoriche maggiori sono state rilevate quando la Terra seguiva da vicino la cometa. Quando ciò non accade, la nube di materiale ha tempo di diradarsi o spostarsi ed il fenomeno può apparire diminuito in intensità soprattutto a causa delle pertubazioni gravitazionali di Giove che causano, all'incirca ogni due rivoluzioni della cometa intorno a Sole (quindi circa ogni dodici anni), variazioni nell'orbita cometaria, che avvicinando o allontanando il percorso della cometa dalla Terra, co-determinano l'intensità delle Draconidi osservate.
Dati più consistenti hanno consentito di stabilire che gli outburst avvenuti nel 1933 e nel 1946 sono stati dovuti a filamenti lasciati dalla cometa nel 1900 e nel 1907 rispettivamente. Fatto sta che le previsioni sono davvero ardue: nel 2011 si prevedeva uno spettacolo unico che invece non c'è stato. Per quest'anno, quindi, basterà alzare gli occhi al cielo ed attendere, perché potrebbe davvero trattarsi di uno spettacolo unico ma anche di qualcosa di normale.
Il radiante
Il nome dello sciame, come detto, è Giacobinidi dal nome della cometa che le origina ma anche Draconidi, dal nome della costellazione che ospita il radiante.

In prima serata il radiante sarà basso all'orizzonte di nord ovest, tuttavia il Drago è una costellazione circumpolare quindi sarà sempre posto sopra l'orizzonte sebbene fino a notte fonda tenderà ad abbassarsi ancora di più.
Contrariamente al solito, il momento migliore per osservare le Draconidi non è la mattina prima dell'alba ma proprio la sera, quindi il consiglio è di sfruttare la temperatura ancora molto mite delle serate per rivolgere il naso al cielo, perché lo spettacolo potrebbe essere davvero eccellente quest'anno.