Scoperto da Kirch nel 1681, fu risolto in stelle per la prima volta nel 1732 da Derham.
Questo bellissimo ammasso aperto si trova nella costellazione dello Scudo. A prima vista sembra un ammasso globulare, al binocolo appare come una macchia diffusa grande la metà del diametro della Luna, ma con ingrandimenti maggiori le stelle si separano ed assumono una forma più o meno triangolare, tanto da far ricordare a qualcuno, l'astronomo William H.Smyth nel 1844, un volo o "stormo di anatre selvatiche in formazione di volo" e quel nome è rimasto.
Si tratta di uno degli ammassi più ricchi e compatti, con almeno 2900 stelle, delle quali almeno 500 di magnitudine 14.
Il diametro apparente è stimato da 35' a 14', con una età stimata in 220 milioni di anni (c'è chi ipotizza 500 milioni di anni).
Ammasso Aperto M11. Crediti ESO.
L'ammasso è stato oggetto di uno studio della University of Arizona unitamente al Korean Astronomy and Space Institute, uno studio molto particolare pubblicato a fine 2018 e riguardante possibili diverse generazioni di stelle. Le osservazioni del MMT Telescope hanno evidenziato velocità di rotazione differenti per le stelle dell'ammasso.
Le stelle di un ammasso aperto dovrebbero formarsi tutte nello stesso momento a partire dalla stessa nube molecolare e questo dovrebbe portare ad astri con la stessa composizione chimica e la stessa età ma per M11 questo non sembra vero, fatto posto in risalto dai differenti colori assunti dalle stelle. A meno che il modello di formazione stellare non sia errato, qualcosa di diverso deve essere accaduto e lo studio punta il dito non contro la differente età ma, appunto, contro la diversa velocità di rotazione, causa dei diversi colori. Gli ammassi aperti contengono migliaia di stelle nate tutte insieme e queste stelle vanno dalle brillantissime giganti azzurre fino alle più longeve e meno brillanti nane: brillantezza e colore di ciascuna stella varia con l'evoluzione stellare il che consente agli astronomi di determinare l'età. Quando la stella tende a divenire più rossa vuol dire che sta invecchiando e se tutte le stelle insieme escono dalla sequenza principale allora hanno la stessa età. In M11 le stelle abbandonano la sequenza principale in diversi punti e questo mal si sposa con il concetto di ammasso aperto. Quando le stelle ruotano, un lato della stella si muove verso la Terra mentre il lato opposto se ne allontana: la prima metà emette una luce che viene schiacciata verso il blu mentre la seconda allunga le righe verso il rosso. Le stelle in M11 si differenziano nel colore esclusivamente per questioni di velocità di rotazione anche se gli effetti della rotazione sono sempre stati sottovalutati in passato.
Una stella in rapida rotazione può infatti rimanere in sequenza principale più a lungo rispetto a una stella che ruota meno velocemente, visto che la velocità rotazionale è una sorta di fontana della giovinezza per le stelle: la velocità infatti mescola l'idrogeno all'interno del nucleo e questo allunga la vita alle reazioni nucleari. Più la stella vive e più appare rossa rispetto alle compagne (Beomdu Lim et al. Extended main sequence turn-off originating from a broad range of stellar rotational velocities, Nature Astronomy - 2018).
L'immagine in basso evidenzia una porzione di Messier 11 ripresa dal telescopio spaziale Hubble. Studiare le più brillanti e calde stelle di sequenza principale in un ammasso aperto consente di stimare l'età, che per
Ammasso aperto M11, un dettaglio ripreso da Hubble. Crediti HST\NASA\ESA
M11 è valutata in circa 220 milioni di anni. Le stelle azzurre si concentrano principalmente nelle zone più centrali dell'ammasso.
Messier 11 dovrebbe disperdersi nel giro di pochi milioni di anni, con le singole componenti espulse una a una dalla gravità degli oggetti circostanti.