M 16 (catalogata anche come NGC 6611) ha una natura un po' controversa. Solitamente si intende con M 16 la Nebulosa Aquila, nella costellazione del Serpente, mentre sembra che M 16 si riferisca all'ammasso aperto che ha avuto origine dalla nebulosa stessa e che è ancora in fermento.
Alla resa dei conti, con M 16 si intende l'insieme della nebulosa e dell'ammasso aperto. La nebulosa ad emissione è indicata come IC 4703.
L'ammasso aperto contiene molte stelle giovani e brillanti, tipicamente di 10 masse solari e spettri di tipo O e B.
Si tratta di una nebulosa molto spettacolare, dominata da colonne di materiale scuro che fanno assumere la particolare forma di aquila. Proprio alcune di queste colonne sono state battezzate i Pilastri della creazione, resi celebri da spettacolari riprese di Hubble e di Spitzer.
La sua distanza è sempre stata incerta anche se da più fonti si indica in 5.700 anni luce dalla Terra.
Nebulosa Aquila M16
Osservazione
Per trovare la zona della Nebulosa Aquila si può guardare a circa 3° WSW rispetto alla stella gamma Scuti. Già un binocolo 10x50 riesce ad individuarla come una chiara macchia allungata disposta a contorno di un gruppetto di stelle, risolvibile con difficoltà. Un telescopio da 120-150 mm di diametro rende l'ammasso stellare molto più evidente della nebulosità: a fronte di una quarantina di stelle, quindi, la nebulosità viene visualizzata a fatica. Con diametri dai 200 mm in su, invece, è possibile avere una visione più completa dei due oggetti.
M 16 si trova circa 2° a Nord tra l'intersezione tra Serpente, Scudo e Sagittario, vicino ad M17. Si tratta della nebulosa meno a sud tra le maggiori del periodo estivo quali la Laguna (M8), Trifida (M20) e Omega (M17). Il periodo migliore per l'osservazione ? quello estivo, tra giugno e settembre.
Storia osservativa
Scoperto da Philippe Loys de Chéseaux nel 1746, fu descritto come un ammasso di stelle quasi ad indicare che della nebulosa non fu scorto nulla. Fu Messier il 3 giugno del 1764 ad aggiungerci una debole luce ad avvolgere l'ammasso centrale risolvibile in stelle.
Mentre William Herschel non disse nulla in tema, suo figlio John parlò di una nube con un ammasso formato da centinaia di stelle.
Carateristiche
La nebulosa è ad emissione: la causa principale della ionizzazione dei suoi gas risiede nelle grandi stelle massicce che caratterizzano l'ammasso aperto contenuto, NGC 6611. Proprio le stelle hanno modellato la forma del gas con il loro vento stellare, creando le lunghe strutture come i Pilastri della Creazione o Proboscidi di Elefante.
Queste masse di gas sono note come ECG (Evaporating Gaseous Globules), globuli gassosi in evaporazione, alcuni dei quali associati ad oggetti stellari giovani, a testimonianza del processo attivo di formazione stellare.
L'ammasso si compone di un gran numero di supergiganti blu molto calde e brillanti, con età attestata intorno ai 2 o 3 milioni di anni. La stella più brillante ha magnitudine 8,24 e si presta all'osservazione binoculare. La massa delle componenti spazia da 2 a 85 masse solari e molte sono di pre-sequenza principale.
I pilastri della creazione
Pilastri della creazione
Pilastri della Creazione. HubbleCome accennato, i Pilastri sono strutture molto dense di gas e polveri poste nel bordo sudorientale della nebulosa, create dal vento stellare delle stelle più giovani e calde dell'ammasso centrale. Le singole strutture che compongono i Pilastri sono battezzate con numeri romani, dalla Colonna I alla Colonna V.
La radiazione ionizzante proveniente dalle stelle dell'ammasso comprime i gas delle nubi molecolari aumentandone la pressione superficiale e generando un flusso fotoevaporante di materiale ionizzato in direzione opposto alla sorgente del vento stellare. Proprio da questo processo hanno origine le forme dei pilastri. La prima ad essere allontanata è la materia a minore densità. Nonostante questo, le immagini mostrano che le prime due colonne hanno una struttura poco densa.
Sebbene si ritenga che le strutture mostrate dalla famosa immagine di Hubble Space Telescope siano oggi già dissolte, ancora è ignoto il processo che possa portare alla loro formazione. Uno studio di Scott Balfour della Cardiff University pubblicato ad agosto 2014 basato su simulazioni al computer tenta di risolvere l'arcano. I pilastri sarebbero il prodotto stesso della scultura del gas operata dalle stelle di classe O presenti nelle vicinanze. Si tratta delle stelle più calde e potenti, vivono poco e influenzano molto il loro ambiente circostante: l'intensa radiazione riscalda il gas formando bolle in espansione e, secondo le simulazioni spinte per 1,6 milioni di anni, le colonne e tutte le strutture si formano in maniera naturale lungo il perimetro più esterno di queste bolle, in seguito all'espansione dei confini. Le stelle azzurre di classe O hanno anche effetti inaspettati sulla formazione stellare: le bolle che le circondano spesso finiscono per distruggere le nubi di formazione stellare. In altri casi, comprimono il gas iniziando la formazione stellare in tempi più stretti e quindi creando stelle più piccole. La sorpresa quindi è che la formazione stellare è una conseguenza minore rispetto alla distruzione stellare provocata dalle stelle di classe O.
La formazione stellare
La Nebulosa Aquila presenta molti oggetti Herbig-Haro, sintomo indiscutibile di formazione stellare. Si tratta di piccole nubi brillanti a forma di getto potenziate da una stella neonata posta all'interno. Il maggiore oggetto HH è HH 216, nei pressi della Colonna IV, inizialmente noto come M16-HH1. Le parti terminali delle Colonne I e II, invece, presentano oggetti stellari giovani, identificati nello spettro infrarosso. Tra di essi spicca YSO M16 ES-1, una fonte molto arrossata e luminosa nella Colonna I che dovrebbe contenere una stella di pre-sequenza principale o un piccolo gruppo di esse. La Colonna II ospita, invece, YSO M16 ES-2, meno luminoso e con massa compresa tra 2 e 5 masse solari. Dovrebbe trattarsi di un oggetto più evoluto rispetto a ES-1.
I Pilastri della Creazione sono tra gli oggetti più studiati del cielo e così ogni tanto esce qualche nuova immagine, combinata con i dati dei principali telescopi orbitanti come Chandra e Hubble, soprattutto. I dati ottici enfatizzano il mezzo interstellare mentre i dati X evidenziano la calda atmosfera esterna delle stelle. Proprio tramite Chandra è stato possibile individuare 1700 sorgenti individuali di radiazione X, due terzi delle quali sono con molta probabilità giovani stelle, come confermano i dati di Spitzer in infrarosso che ha indicato 219 sorgenti circondate da dischi di polvere e gas e 964 giovani stelle prive di disco. I dati mostrano come l'attività delle giovani stelle con il disco sia meno intensa rispetto a quella delle stelle con disco, il che può essere dovuto all'interazione tra disco e campo magnetico della stella calda (M.G.Guarcello et al. - "Chandra/ACIS-I Study of the X-ray properties of the NGC 6611 and M16 stellar populations" - The Astrophysical Journal 2012).
NGC 6611
NGC 6611 indica l'ammasso stellare posto al centro della nebulosa, composto da componenti particolarmente brillanti come alcune decine di stelle di classe spettrale O e B estremamente calde (supergiganti blu). La stella più luminosa, e la maggior fonte di ionizzazione della nebulosa, è chiamata HD 168076, una supergigante di classe O3-O5V con massa pari a circa 80 masse solari. La radiazione totale emessa dalle altre supergiganti è pari a quella emessa da questa singola stella.
Le associazioni ob
Nella Nebulosa Aquila sono presenti due associazioni stellari principali di tipo OB. La prima è chiamata Ser OB1 e contiene poco più di una ventina di supergiganti blu di classe spettrale OB, alcune membro di NGC 6611. Le loro magnitudini vanno dalla settima alla decima mentre le magnitudini assolute sono comprese tra -4 e -8. A queste si aggiungono due ipergiganti blu, HD 168607 e HD 168625, probabilmente legate anche tra loro.
La seconda associazione è chiamata Ser OB2 ed è molto più compatta e brillante. Coincide con l'ammasso aperto NGC 6604 e conta circa un centinaio di stelle giganti di classe O e B. Una delle stelle più importanti è una binaria di tipo Wolf-Rayet ed è nota come CV Serpentis