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Scheda di Messier 51 (M51)

Dati di Messier 51 (M51)

Mappa celeste di Messier 51 (M51). Crediti FourmiLab / Astronomiamo.

Designazioni Messier 51 (M51);Whirlpool Galaxy;NGC 5194
Costellazione Canes Venatici
Tipologia GALASSIA
Posizione
Ascensione Retta 13:30:00
Declinazione +47°12
Altezza
Azimut
Apparenza
Magnitudine 8,400
Descrizione Dreyer Size: 11.0 !!!, great spiral neb M51, dist. 37.000.000yl
Decodifica Dreyer Dimensione: 11.0'' Oggetto di magnifico interesse.
  • gruppo estremamente at spiral neb M51
  • distanza . 37.000.000yl
  • Informazioni sul corpo celeste

    M 51 ripresa da Valeriano Antonini (Astronomiamo)
    M 51 ripresa da Valeriano Antonini (Astronomiamo)

    La galassia Vortice occupa lo spazio a Nord della costellazione di Canes Venatici, ed è anche nota come M51 secondo il catalogo di Messier.
    Si tratta, infatti, di una doppia galassia a spirale scoperta direttamente da Messier nel 1773.
    La sua forma la rende molto attraente per gli osservatori notturni: una doppia spirale con due luminosi nuclei separati e con le rispettive spirali che si congiungono.
    Visibile con cieli totalmente bui o quasi, Vortice si trova facilmente a partire dalla costellazione della Ursa Major, dal momento che si trova di poco a Sud Ovest rispetto alla stella più ad Est del Grande Carro. La stella più vicina si trova infatti nella costellazione dell'Orsa Maggiore ed è Alkaid, dalla quale dista circa 3,5°.
    La galassia Vortice brilla quanto 15.300.000.000 di Soli. Molti sostengono che sia visibile anche con un binocolo, ma di certo il compito è facilitato da un telescopio. Per vederne la spirale occorre una apertura di almeno 30 centimetri. Proprio M51 fu la prima galassia della quale si sono visti i bracci della spirale: fu Lord Rosse nel 1845 ad osservarla ed a nominarla Vortice. A differenza di Andromeda, infatti, questa galassia si presenta 'di faccia' all'osservatore terrestre ed è tra gli obiettivi preferiti dell'astrofotografia.

    LA GALASSIA MINORE, NGC 5195

    La galassia satellite, unita ad M51, è NGC5195 ed è molto distante dall'essere soltanto una piccola compagna: una volta ogni duecento milioni di anni circa questa piccola galassia ricade all'interno dei bracci di spirale della sorella maggiore in una danza gravitazionale che darà vita, tra miliardi di anni, a una singola galassia. Nel momento in cui il passaggio avviene, la materia si dirige verso il centro di NGC 5195 a formare un disco di accrescimento le cui dimensioni diventano talmente elevate da costringere il buco nero stesso a privarsi di parte della materia in entrata sparandola fuori verso il mezzo interstellare. Nel 2016 l'evento è stato registrato da Chandra X-ray Observatory, dal Very Large Telescope, dal MERLIN radio array e da Hubble Space Telescope. 
     

    Le galassie riprese da Chandra in banda X
    Le galassie riprese da Chandra in banda X

    Proprio grazie a questa osservazione multifrequenza è stato possibile, nel 2017 in un articolo della Royal Astronomical Society, ripercorrere gli eventi legati al buco nero di NGC 5195, la cui massa è pari a 19 milioni di masse solari. 

    Quando il processo di accrescimento si spezza per eccesso di materia, le immense forze di pressione creano una onda d'urto che spinge materia verso il mezzo interstellare. Gli elettroni, accelerati fino a velocità prossime a quella della luce, interagiscono con i campi magnetici del mezzo interstellare emettendo energia in banda radio. L'onda d'urto riscalda il mezzo stesso, che inizia a emettere in banda X strappando elettroni dall'idrogeno neutro presente, ionizzandolo e creando gli archi osservati da Chandra. 

    L'età degli archi osservati da Chandra è di 1-2 milioni di anni, e ne deriva che le prime tracce di materia espulsa risalgono a tempi in cui l'uomo imparava ad accendere il fuoco.

    Evoluzione della radiazione osservata in NGC5195
    Evoluzione della radiazione osservata in NGC5195

    A metà 2018 astronomi della Case Western Reserve University hanno rivelato per la prima volta una nube massiccia di idrogeno ionizzato riversata da una galassia vicina e letteralmente "cotta" dal buco nero centrale di M51. La prima osservazione risale al 2015 e può fornire agli astronomi una nuova visione sul comportamento del buco nero associato a una galassia che consuma e ricicla idrogeno. Sono rari gli esempi a oggi noti ma quello di M51 rappresenta uno dei più vicini a noi, il che fornisce una grande opportunità. Lo scopo iniziale del team di ricerca era osservare il debole flusso stellare tra le due galassie in interazione e con l'occasione il telescopio è stato dotato di un filtro che ad una particolare lunghezza d'onda ha potuto evidenziare la nube oggetto della scoperta. L'associazione della nube di gas con M51 è stata confermata tramite WIYN Observatory, confrontandone la velocità con quella di M51 stessa (Discovery of a Vast Ionized Gas Cloud in the M51 System, The Astrophysical Journal - Aaron E.Watkins et al.).

    La mappa a raggi X ottenuta da NuSTAR. Crediti NuSTAR/NASA
    La mappa a raggi X ottenuta da NuSTAR. Crediti NuSTAR/NASA

    Sia la componente a sia la componente b sono in possesso di due buchi neri supermassicci, ciascuno con massa di milioni di masse solari, che riscaldano il materiale circostante e lo divorano, il che dovrebbe rendere le zone centrali delle due componenti le più luminose sorgenti X dell'oggetto eppure le osservazioni di inizio 2019 del Nuclear Spectroscopic Telescope Array (NuSTAR) mostrano un oggetto decisamente più piccolo in competizione di luminosità X.
    La fusione in corso tra le due componenti dovrebbe spingere gas e polvere verso le zone centrali, laddove l'intensa gravità dei buchi neri dovrebbe scaldare e accendere il tutto dando vita a brillanti dischi di accrescimento. Le osservazioni di Chandra, da anni, dicono però che tutta questa luminosità, in realtà, non c'è. Si è sempre creduto che una spessa coltre di materiale andasse ad affievolire la radiazione, ma le nuove osservazioni di NuSTAR dicono il contrario: la zona è decisamente meno brillante, intrinsecamente, rispetto alle attese.
    Una possibile spiegazione consiste in una luminosità della zona centrale non costante nel tempo, fatta cioè di accensioni e spegnimenti continui: si tratta di una nuova idea, mai accennata finora, ma potrebbe spiegare l'attuale fase di stanca delle zone centrali. 
    Oltre a questa anomalia, la componente maggiore della coppia di M51 mostra un altro oggetto, milioni di volte più piccolo rispetto ai buchi neri centrali, ma in grado di brillare di eguale intensità in banda X. Si tratta di fenomeni non connessi ma comunque decisamente insoliti. La sorgente di questa emissione è una stella di neutroni, un oggetto decisamente più brillante rispetto alla media della categoria, forse a causa di un violento campo magnetico, e appartenente alla classe delle stelle di neutroni ultraluminose (M. Brightman et al. - "A Long Hard-X-Ray Look at the Dual Active Galactic Nuclei of M51 with NuSTAR", The Astrophysical Journal - 2018).

    Sorge
    Culmina
    Tramonta
    Altezza
    Azimut

    Visibilità di oggi

    Visibilità nell'anno

    Come si legge questa pagina

    I riquadri in alto

    I riquadri in alto fanno riferimento alla giornata di oggi e indicano quando il DSO sorge, culmina e tramonta dietro l'orizzonte.

    Il grafico a radar

    Il radar indica in quale momento della giornata, oggi, il DSO può essere osservato al meglio.

    • CAM: Crepuscolo Astronomico Mattutino
    • CNM: Crepuscolo Nautico Mattutino
    • CCM: Crepuscolo Civile Mattutino
    • A: Alba
    • T: Tramonto
    • CCS: Crepuscolo Civile Serale
    • CNS: Crepuscolo Nautico Serale
    • CAM: Crepuscolo Astronomico Serale

    L'ottagono azzurro indica l'orizzonte ed è posizionato ad altezza 0 (si legge sull'asse verticale). Il giro completo va dal crepuscolo astronomico mattutino a quello serale, ripercorrendo l'intero arco delle 24 ore. L'altezza del DSO è mostrata dall'area gialla. Se il giallo si trova all'interno dell'area dell'orizzonte, il DSO non è ancora sorto. Il momento di migliore visibilità si verifica nel momento in cui il colore giallo esterno all'orizzonte è più ampio.
    Ad esempio, i DSO la cui declinazione è troppo bassa rispetto al luogo di osservazione non vedranno mai l'area gialla oltrepassare l'orizzonte mentre oggetti circumpolari avranno un'area gialla estesa oltre l'orizzonte per tutto l'arco della giornata.
    Più il DSO sale sull'orizzonte e più l'area dell'orizzonte sarà ristretta visto che la scala graduata dovrà arrivare ad altezze sempre maggiori.

    Il grafico a linee

    Il grafico a linee indica le altezze del DSO nei vari mesi dell'anno, calcolati in base al crepuscolo civile mattutino, a quello serale e a un orario notturno intermedio.

    • CCM: Crepuscolo Civile Mattutino
    • CCS: Crepuscolo Civile Serale
    • NOT: Notte

    Cliccando sulla didascalia di una serie di dati è possibile eliminarla o ripristinarla per avere la situazione più chiara. La linea verde esprime quindi l'altezza del DSO in piena notte nei vari mesi dell'anno, con la coseguenza che l'oggetto sarà visibile al meglio laddove la curva raggiunge punti più alti.
    Attenzione ai gradi espressi sull'asse verticale: la stella potrebbe anche non sorgere pur presentando un punto più alto visto che la scala potrebbe presentare tutti valori negativi per i DSO che non sorgono alla nostra latitudine. Quindi occhio allo 0!

    Calcolo effemeridi

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