Piccola Nube di Magellano. Credit Australian National University
La Piccola Nube di Magellano è una galassia irregolare scoperta nell'emisfero australe durante i primi viaggi intorno al globo.
E' più brillante della galassia di Andromeda, con una magnitudine visuale di circa 2,3. Ad una distanza di circa 200.000 anni luce, è facilmente risolvibile in stelle.
E' compresa in una vasta nube di idrogeno e presenta al suo interno numerose variabili Cefeidi, utili per la misurazione della distanza.
L'osservazione migliore è senza dubbio quella binoculare.
A lungo si è pensato che la Piccola Nube, insieme alla Grande Nube di Magellano, fosse una galassia satellite della Via Lattea, ma recenti studi e misurazioni sostengono che la velocità radiale è troppo alta e presumibilmente le due Nubi sono al primo ed ultimo passaggio vicino la nostra Galassia. Il dato è comunque da appurare.
Astronomi della Australian National University hanno creato l'immagine più dettagliata di sempre di questo oggetti, in banda radio, rivelando segreti sulla formazione e l'evoluzione. L'immagine in alto è presa dal radiotelescopio dello CSIRO, l'Australian Square Kilometer Array Pathfinder (ASKAP) e dalla sua innovativa camera di ripresa. La complessa struttura risulta probabilmente dalle interazioni con la compagna, la Grande Nube di Magellano, e con la Via Lattea. Viene svelata una quantità di gas superiore alle attese intorno ai confini galattici, a indicare un passato molto dinamico.
Piccola Nube di Magellano ripresa da Hubble Heritage Team. Credit NASA/ESA
Il gas esterno è derivante anche da fenomeni di esplosione stellare, anche se la motivazione maggiore è spiegata da una sorta di ponte che lega le due Nubi di Magellano a indicarne una interazione passata.
Una stella sembra attraversare la Piccola Nube di Magellano, con una velocità di circa 300 mila miglia orarie (trenta secondi da Los Angeles a New York). Questo oggetto (J01020100-7122208) dovrebbe essere ciò che resta di un antico sistema binario, la componente espulsa nel momento in cui la compagna è esplosa come supernova. Si tratta della prima supergigante gialla in fuga mai scoperta. Dopo 10 milioni di anni passati a viaggiare nello spazio, la stella è andata evolvendosi in una supergigante gialla, quella che vediamo oggi, durante uno spostamento apparente pari a tre volte il diametro della Luna piena (1.6 gradi in tutto). La stella continuerà la propria fuga fino a esplodere a sua volta come supernova, in circa 3 milioni di anni. L'esplosione potrà dar vita a nuove stelle proprio al confine della Piccola Nube. La stella è stata scoperta al Lowell Observatory (A Runaway Yellow Supergiant Star in the Small Magellanic Cloud - Kathryn Neugent, Philip Massey, Nidia Morrell - arXiv).
Nel 2018 una sorgente X puntiforme, nota da anni e chiamata p1, viene ricondotta alla propria giusta natura di stella di neutroni. Osservazioni ottenute dall'ESO tramite lo strumento MUSE installato al Very Large Telescope hanno infatti consentito di scoprire un anello di materiale in espansione proprio intorno a questa sorgente, classico esempio di resto di supernova legato alla stella esplosa. In tal caso l'esplosione è avvenuta 2000 anni fa e si tratta della prima stella di neutroni isolata (confermata dai dati di Chandra) rinvenuta al di fuori della nostra Galassia (Identification of the central compact object in the young supernova remnant 1E 0102.2-7219 - Frédéric P. A. Vogt et al., Nature Astronomy).
Stella di neutroni isolata nella Piccola Nube di Magellano. Credit ESO
Una mappa radio molto accurata è stata ottenuta dalle antenne australiane di ASKAP (Australian Square Kilometre Array Pathfinder), precursore di SKA (Square Kilometer Array): oltre settemila sorgenti puntiformi si sono rivelate in gran parte come galassie distanti, ma oggetto di analisi è stato anche un resto di supernova e venti nebulose planetarie già osservate in luce visibile. L'osservazione è stata soprattutto valida per testare le potenzialità di ASKAP tramite osservazioni 960 MHz e 1320 MHz (Monthly Notices of the Royal Astronomical Society - “The ASKAP EMU Early Science Project: radio continuum survey of the Small Magellanic Cloud” - T D Joseph). Tra i risultati, comunque, sono emersi due potenziali resti di supernova.
A oggi, l'immagine più accurata in luce visibile è dovuta a SMASH (Survey of the Magellanic Stellar History), riportata di seguito, ottenute tramite la Dark Energy Camera (DeCam) da 520 Mpx installata all'Osservatorio di Cerro Tololo in Cile, una survey che ha ripreso una zona di cielo di circa 2400 lune piene in 50 notti di osservazione. Il numero di stelle ottenuto consente anche di confermare come le Nubi di Magellano siano entrate in collisione tra loro nel passato.
Piccola Nube di Magellano in luce visibile. Crediti: Ctio / Noirlab / Nsf / Aura / Smash / D. Nidever (Montana State University)