Rappresentazione di esopianeta. Crediti D.Barbato et al.
La probabilità di trovare esopianeti intorno alle stelle sembra funzione di tanti parametri tra i quali dimensione, massa , temperatura , colore e luminosità.
Anche la metallicità, però, assume un ruolo di spicco e un nuovo lavoro nell'ambito del progetto Gaps (Global Architecture of Planetary Systems) dell'INAF, basato sui dati dello spettrometro Harps-N, misura in un 4% la probabilità di trovare pianeti giganti intorno a stelle a basso contenuto di metalli.
Il risultato è basato sull'osservazione di 42 stelle a bassa metallicità, le cui velocità radiali hanno portato alla scoperta di due esopianeti giganti con masse rispettivamente pari a un quinto di quella gioviana, con periodo di 1800 giorni (si tratta del gigante meno massiccio a queste distanze), e il doppio di quella del nostro Giove con un periodo tra 2000 e 4000 giorni. Le stelle ospiti sono HD 220197 e HD 233832.
Combinando queste osservazioni con un ulteriore set di dati tarato su 88 stelle visibili nell'emisfero australe, in grado di scoprire tre pianeti, si è giunti alla stima riportata.
Queste correlazioni, che vengono meno quando si parla di pianeti più piccoli, assumono un valore di discriminante tra diversi modelli di formazione planetaria spingendo a favore del modello di core accretion, che vede la formazione di nuclei solidi intorno ai quali va ad addensarsi del gas.